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LA TESTA DI MEDUSA

LA TESTA DI MEDUSA 
di Angelo Giubileo
23 febbraio 2025

“Garuda volava e ricordava. Pochi giorni prima era uscito dall’uovo e già molti eventi si erano accumulati. Volare era il modo migliore per pensare, per ripensare. Chi aveva visto per primo?
(R. Calasso, Ka)

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Nei Veda (=scienza, conoscenza), la narrazione concerne il “pensiero dell’inizio” e lo sviluppo del “pensiero” successivo. Heidegger descrive efficacemente il passaggio dall’uno all’altro, parlando di “oblio dell’essere”, essere che, purtuttavia, è e rappresenta “l’inizio di ogni inizio che è”. E cioè la “verità” dell’uomo, che è oggetto del disvelamento (esserci).

La conoscenza della tradizione originale “hindu” comprende quattro stati: sonno profondo (Suśupti), veglia (Jāgrat), sogno (Svapna), pura coscienza (Turīya). Così che Parmenide sintetizza in modo altresì valido ed efficace che:” Lo stesso è conoscere e essere” (frammento 3).

Nel testo in greco, “conoscere” traduce il termine greco noein, comunemente tradotto con il significato invece di “pensare”.

La differenza, essenziale o sostanziale, di significato attiene al tentativo cosiddetto del parricidio o “parmenicidio” di Platone, con la sua “teoria delle idee”, che, dice Plutarco, “ha generato confusione nel linguaggio”. E altresì alla traduzione e, in definitiva, al tradimento del dettato della cultura hindu, conformemente all’opinione di Tilak, da parte della scienza o “sapienza” (adversus “conoscenza”) che Giorgio de Santillana nel suo “Le origini del pensiero scientifico” definisce piuttosto “religione neoplatonica”, in quanto frutto essenzialmente di una scelta.

E infatti: mentre, in generale, la “conoscenza” è frutto dell’esperienza (dei sensi e della mente; e così in Parmenide); in particolare, il “pensiero” greco e postsocratico taglierà di netto quel frutto dell’esperienza che esso stesso giudicherà “male”(volo) e non invece “bene”(volo). È ancora Plutarco a dire che la risoluzione, mutata dagli Stoici – alla questione inerente al fatto che il “silenzio” non si trasformasse in “assenso” -, è quella appunto di “tagliare (n.d.r.: come sempre è accaduto e accade) la testa di Medusa”. O del Serpente di turno.

In un libro dal titolo omonimo, “La testa di Medusa”, ripubblicato di recente, il famigerato, per molti, Aleister Crowley non riesce a convincere l’ancora più famigerato Adolf Hitler a rinunciare alla sua impresa, simile al “folle volo” di Fetonte, che, nonostante il consiglio del padre Apollo, lo condurrà a morte certa.

Non sappiamo se l’incontro o gli incontri tra i due ci siano stati davvero, ma la narrazione è idonea a rappresentare il significato dell’intera storia dell’umanità, che gli autori di “Il mulino di Amleto”, Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend, dicono che “è il prodotto di un lunghissimo processo di trasmissione e accrescimento, di perdita e di ri-nascimento delle conoscenze scientifiche”.