L’ETERNO RIPOSO
di Angelo Giubileo
“I pacifisti si arrendano: la diplomazia non basta”.
Dopo l’esperimento (“lo stesso è conoscere e essere”, Parmenide) dei flussi energetici (cfr. Aristotele) che attraversano il cosmo e noi in esso compreso, com-prendiamo, ma non vogliamo abdicare all'”idea”, che il mondo non ci appartiene, ma neanche noi apparteniamo ad esso.
L’antropocentrismo è un male piuttosto diffuso, anzi diffusissimo, ma origina dall’idea che l’uomo, detto “Sapiens”, possa imporre – al mondo “illimitato” (cfr. Anassimandro) dell’Essere – la propria volontà (sé), Deus supra deos, e quindi “custodire e coltivare il (proprio) giardino”.
Quest’uomo “ha ridotto il tutto a un rapporto di forze e non sa più – né quindi sa più dire – semplicemente cos’è che una cosa è”
(cfr. Heidegger, Sentieri interrotti).
E allora: “ogni cosa è piena ugualmente di luce e notte invisibile, ciascuna secondo efficacia di queste sull’una o su ogni altra cosa” (Parmenide).
E pertanto, e in fine, è pur sempre una questione di efficacia e quindi, semplicemente, di forza.
Così che: “la morte è un premio, che (tale) è follia sperar, se tu non giunga al tramite splenden(te nella verità)” (Mario Bergamo, 1946).
* pubblicato il 6 luglio 2025 anche sul Nuovo Giornale Nazionale








